domenica 13 novembre 2011

Lovely Sarah diventa giapponese!

Credo che tutti conoscano la storia di  Sarah Cruwe, protagonista del famoso romanzo del 1905 intitolato "La Piccola Principessa". Se la vostra risposta dovesse essere negativa, credo capirete a chi mi riferisco menzionandovi brevemente i celebri film e lo struggente anime ad essa dedicati.
La prima nota pellicola che subito mi balena in mente è quella del 1939 in cui Sarah è egregiamente interpretata da una tenerissima Shirley Temple:


L'altra pellicola, molto più vicina ai giorni miei, è quella del 1995: come potrei mai dimenticarmene? Era e rimarrà in eterno un capolavoro per me. Nonostante il film sia per un pubblico di giovanissimi, in qualsiasi momento della mia vita io lo veda continua ancora ad emozionarmi. D'altronde, come non innamorarsi di quella faccia d'angelo di Liesel Matthews?


Ecco che adesso arriva molto probabilmente il prodotto che un po' tutti noi otaku conosciamo bene: mi riferisco all'opera del 1985 targata World Masterpiece Theather : "Shoukoujo Sarah". Sono passati secoli da quando lo vidi per l'ultima volta, ma se all'età di 22 anni ne conservo ancora un ottimo ricordo significa che era davvero un prodotto che valeva la pena guardare!


Ecco che adesso arrivo al nocciolo della questione. Cazzeggiando tra i meandri di Youtube, mi sono accorto poco tempo fa che c'erano dei video riguardanti l'ennesimo Japan Drama in circolazione. Per chi non conoscesse cos'è un 'drama', c'è da dire che è la versione 'in carne ed ossa' di un anime; in parole povere, è una sorta di telefilm interpretato da attori che si ispira ad un dato prodotto d'animazione. Nel video di cui vi parlo si vedono un mucchio di attori e attrici giapponesi che, come vuole giustamente il copione, recitano la loro parte. Ora vi starete domandando... e quindi? Arrivo al dunque. Nel momento in cui ho scrutato con più attenzione quel video, mi sono accorto - udite udite - che quel drama era la trasposizione dell'anime pocanzi citato! Potete immaginare la mia reazione!
Come è stato possibile creare un telefilm snaturando la storia originale già nel momento in cui  Sarah, che originariamente era una ragazzina americana del 20° secolo, diventa una giapponese dei giorni nostri?! È stato a dir poco agghiacciante vedere uno dopo l'altro i protagonisti di Lovely Sarah diventare tutto ad un tratto degli 'occhi a mandorla'! Ma è stata ancora più allucinante la trovata che poco prima ho appena accennato : mi riferisco al trasporre ai giorni nostri ( sì, perché la serie è ambientata nel 21° secolo ) particolari eventi che solo in un dato periodo storico potevano risultare credibili, veritieri. Non voglio spoilerare nulla per coloro che volessero magari guardarla ( ma soprattutto perché non l'ho neanche vista ) ma, almeno così, su due piedi, nonostante siano state apportate modifiche rispetto alla trama originale ( era il minimo che potessero fare! ), a me pare che quella che inizialmente era la bellissima storia di Sarah Cruwe ora sia diventata grazie a questo drama la squallida storia di una comune sguattera dei giorni nostri. Forse sarò io ad avere pregiudizi, ma non credo sarò mai tentato dal volerla guardare. Basti guardare la locandina per farsi una ( pessima ) idea:


Per chi fosse curioso di saperne di più basta cliccare qui e cercare l'articolo in questione!

sabato 12 novembre 2011

Arrietty: deluso e non poco

Sono sempre stato un fan accanito dello Studio Ghibli e dei loro meravigliosi capolavori nonostante non li abbia visti tutti. Mi hanno sempre lasciato una piccola grande morale da conservare e degli splendidi ricordi. Certi personaggi, certe melodie, certe atmosfere mi resteranno sempre dentro. E credo che sia proprio ciò che ti rimane dentro a far sì che quel normale "cartone animato" rappresenti per te molto di più. Purtroppo, stavolta, non posso dire la stessa cosa per il neonato della Ghibli : Arrietty.


Non sono un critico cinematografico, quindi non mi dilungherò assolutamente in commenti tecnici riguardo il modo in cui è stata strutturata la pellicola. Mi limiterò solo a dare un giudizio abbastanza generale sulla mia "esperienza" diretta con l'opera. È oggettivo che, dal punto di vista grafico, la cura che gli addetti han messo nel creare personaggi e ambientazioni è impareggiabile. Bisogna essere solo ciechi per non notare la moltitudine di dettagli e colori che arricchiscono anche la scena più insensata. La fluidità dell'animazione è qualcosa di strepitoso e, a volte, pare quasi di assistere non ad un mondo fatto di disegni, ma ad un film con personaggi in carne e ossa tanto realistici sono i loro movimenti ed atteggiamenti e tanto curati sono gli scenari riprodotti. Fin qui tutto nella norma. Ma un film d'animazione, per essere tale, non deve essere soltanto ben fatto dal punto di vista grafico. Bisogna che ci sia anche una sostanza che, unendosi alla grandiosa veste grafica, crei poi un capolavoro da reputare nel tempo intramontabile. Io, onestamente, vedo una trama tanto piatta quanto banale. I ritmi della storia sono lentissimi e se non fosse per i momenti in cui ci si perde ad ammirare lo splendore cromatico onnipresente in ogni scena, si prova sempre una lieve insofferenza nell'aspettarsi che prima o poi accada qualcosa che dia sprint al film... qualcosa che, a parer mio, non accade. Quasi ogni personaggio sembra essere spoglio di un carattere che lo contraddistingua. Non riesco ad intravedere introspezione psicologica come invece accadeva in passato coi personaggi dei precedenti film. Le loro azioni paiono meccaniche, prive di cuore. Da parte loro, non ci sono grandi riflessioni o quant'altro che ti spingano ad affezionartici. Alcuni diranno che forse sono proprio i momenti in cui i silenzi fungono da protagonisti a spingere lo spettatore a carpire messaggi celati ma... io non ho carpito proprio niente. Questi silenzi sparsi un po' qua e un po' là ( oltre alla già "alta" considerazione che stavo maturando del film ), ad un certo punto, mi hanno spinto soltanto a pensare: "Ma quando finisce questo film?" In conclusione, non dico di essermi annoiato, ma di certo non conservo un ottimo ricordo di quello che invece avrebbe dovuto essere un film su cui riversare tante belle aspettative. Ecco, ancora una volta ti trovi fottuto da quei trailer che ti fanno apparire la pellicola spettacolare solo perché ne evidenziano le scene più "forti". È davvero un peccato, per me, che la Ghibli non mi abbia toccato il cuore stavolta.

venerdì 11 novembre 2011

L'enorme divario tra Giappone e Europa

Non c'è nulla da fare: io dovevo nascere giapponese. Sapete perché dico questo? Nulla togliendo al nostro continente, io credo che nella terra del Sol Levante la gente e il loro modo di pensare sia avanti luce rispetto al nostro. Prima che io arrivi al nocciolo è necessaria una premessa.
Ultimamente mi sto molto soffermando su un anime non seguito tantissimo ma che comunque mi piace abbastanza: mi riferisco alle Pretty Cure. Credo che un po' tutti i cultori dell'animazione made in Japan lo conoscano. Di originale in questo anime non c'è tantissimo rispetto a opere precedenti ( tipo Sailor Moon ) poiché la tiritera è più o meno la stessa: si assiste alle avventure di eroine che si battono contro il male ripristinando sulla Terra la pace perduta. Le "Purikyua" ( come le chiamano i giapponesi ) hanno comunque il loro fascino e bisogna riconoscerlo. Se così non fosse non esisterebbero otto serie e il fatto che ne siano così tante dimostra che il prodotto piace. A mio parere, uno dei punti forti è che quasi in ogni serie le protagoniste cambiano così come cambiano i disegni, le ambientazioni, le musiche, e ( ovviamente ) le trame. Questo fa sì che se una serie non dovesse piacere ad un dato target di persone, magari un'altra potrebbe fare l'effetto contrario. Un'ulteriore chicca che ho notato è che, oltre ai vari film ad esse dedicate, ce ne sono alcuni davvero speciali in cui tutte, ma proprio tutte le eroine dalla prima all'ottava serie (credo ne siano 23 fino ad ora) si riuniscono per battaglie davvero epiche... e per chi è un cultore credo sia un vero e proprio sogno vederle tutte quante in un unico contesto.
Il post non voleva dilungarsi sulle Pretty Cure, ma era un preambolo per dirvi quanto valore gli anime abbiano in Giappone. Lì sono vere e proprie opere d'arte considerate a tutti gli effetti parte del patrimonio della loro cultura. Sono così portati in alto dai giapponesi che, dopo ogni serie, viene sempre prodotto il corrispettivo film rigorosamente trasmesso nei cinema ( mica come qui che è già tanto se ti ritrovi i dvd di questi "cartoni animati" tra gli scaffali della Feltrinelli sezione 'bambini'). Ogni luogo, ogni prodotto ( addirittura anche quelli alimentari ), tutto insomma, è tappezzato di immagini o rimandi che ne sottolineano l'importanza. Esistono per giunta negozi di giocattoli, gadget e articoli di ogni sorta interamente dedicati ad un solo tipo di anime ( in questo caso, le Pretty Cure ). E non è finita qui! Le compagnie teatrali creano anche musical ispirati all'anime in questione. Ecco che quindi arrivo al dunque.
Il fatto che il teatro abbia abbracciato l'anime, secondo me, fa sì che si crei un connubio davvero meraviglioso. Lungi dalla nostra cultura pensare che un "cartone" venga rappresentato in teatro... E non osate dirmi che a fare ciò ci hanno pensato la mirabolante compagnia della Melevisione o quella delle Winx... -.-' Quelli sono solo scempi, a mio parere. In Giappone è tutt'altra storia: l'anime è talmente oggetto di culto e di valore che vengono riprodotte rappresentazioni fedelissime ( sotto tutti i punti di vista ) alla serie in questione. Di conseguenza, il fan, nel vedere i propri eroi in carne ed ossa, non può che rimanere folgorato da ciò!
In virtù di quanto detto ora e all'inizio del post, l'altro giorno, cazzeggiando per la rete, mi sono imbattuto nei musical delle Pretty Cure! Potete immaginare la mia reazione! Oltre al lavoro svolto in maniera impeccabile, mi hanno colpito alcuni dettagli in particolare. Uno fra questi è l'aver notato che le coreografie interpretate dalle attrici sul palco sono identiche a quelle interpretate dalle eroine nell'anime durante le sigle di chiusura. Le voci delle attrici sono assenti poiché, per dare ancora di più fedeltà al tutto, adattano i loro movimenti alle voci pre-registrate delle doppiatrici originali dell'anime dimostrando quanto siano doppiamente brave. Di fatti, mai che io abbia visto per esempio la voce della doppiatrice "entrare in scena" prima che l'attrice si muovesse. Il tutto è svolto quindi con ritmi perfetti, con grande maestria e tanta, tanta professionalità e rispetto per il prodotto originale. Ma adesso bando alle chiacchiere.

Questa è la sigla d'apertura del terzo special movie di cui sopra ho pubblicato la locandina:


Questa è la rappresentazione teatrale. Io trovo le attrici che interpretano le Pretty Cure meravigliose! Non so voi ma io le trovo meravigliose!