sabato 12 novembre 2011

Arrietty: deluso e non poco

Sono sempre stato un fan accanito dello Studio Ghibli e dei loro meravigliosi capolavori nonostante non li abbia visti tutti. Mi hanno sempre lasciato una piccola grande morale da conservare e degli splendidi ricordi. Certi personaggi, certe melodie, certe atmosfere mi resteranno sempre dentro. E credo che sia proprio ciò che ti rimane dentro a far sì che quel normale "cartone animato" rappresenti per te molto di più. Purtroppo, stavolta, non posso dire la stessa cosa per il neonato della Ghibli : Arrietty.


Non sono un critico cinematografico, quindi non mi dilungherò assolutamente in commenti tecnici riguardo il modo in cui è stata strutturata la pellicola. Mi limiterò solo a dare un giudizio abbastanza generale sulla mia "esperienza" diretta con l'opera. È oggettivo che, dal punto di vista grafico, la cura che gli addetti han messo nel creare personaggi e ambientazioni è impareggiabile. Bisogna essere solo ciechi per non notare la moltitudine di dettagli e colori che arricchiscono anche la scena più insensata. La fluidità dell'animazione è qualcosa di strepitoso e, a volte, pare quasi di assistere non ad un mondo fatto di disegni, ma ad un film con personaggi in carne e ossa tanto realistici sono i loro movimenti ed atteggiamenti e tanto curati sono gli scenari riprodotti. Fin qui tutto nella norma. Ma un film d'animazione, per essere tale, non deve essere soltanto ben fatto dal punto di vista grafico. Bisogna che ci sia anche una sostanza che, unendosi alla grandiosa veste grafica, crei poi un capolavoro da reputare nel tempo intramontabile. Io, onestamente, vedo una trama tanto piatta quanto banale. I ritmi della storia sono lentissimi e se non fosse per i momenti in cui ci si perde ad ammirare lo splendore cromatico onnipresente in ogni scena, si prova sempre una lieve insofferenza nell'aspettarsi che prima o poi accada qualcosa che dia sprint al film... qualcosa che, a parer mio, non accade. Quasi ogni personaggio sembra essere spoglio di un carattere che lo contraddistingua. Non riesco ad intravedere introspezione psicologica come invece accadeva in passato coi personaggi dei precedenti film. Le loro azioni paiono meccaniche, prive di cuore. Da parte loro, non ci sono grandi riflessioni o quant'altro che ti spingano ad affezionartici. Alcuni diranno che forse sono proprio i momenti in cui i silenzi fungono da protagonisti a spingere lo spettatore a carpire messaggi celati ma... io non ho carpito proprio niente. Questi silenzi sparsi un po' qua e un po' là ( oltre alla già "alta" considerazione che stavo maturando del film ), ad un certo punto, mi hanno spinto soltanto a pensare: "Ma quando finisce questo film?" In conclusione, non dico di essermi annoiato, ma di certo non conservo un ottimo ricordo di quello che invece avrebbe dovuto essere un film su cui riversare tante belle aspettative. Ecco, ancora una volta ti trovi fottuto da quei trailer che ti fanno apparire la pellicola spettacolare solo perché ne evidenziano le scene più "forti". È davvero un peccato, per me, che la Ghibli non mi abbia toccato il cuore stavolta.

Nessun commento:

Posta un commento